150 anni fa si è decisa gran parte della storia che abbiamo vissuto. 150 anni gli americani hanno deciso come l'America avrebbe gestito i destini del mondo. 150 anni fa migliaia di giovani americani perdevano la vita nella più grande battaglia della storia americana, in una delle rarissime guerre combattute su suolo statunitense. 150 si svolgeva la battaglia di Gettysburg.
Cosa sarebbe stato degli Stati Uniti, cosa sarebbe stato del mondo se quel giorno avesse vinto il generale Lee? Quale America avremmo conosciuto? Quale ruolo avrebbe giocato sullo scenario internazionale? Come sarebbero cambiati gli equilibri? Cosa sarebbe stato della Prima e della Seconda Guerra Mondiale con due USA o con degli USA a trazione sudista?
Agli americani celebrare questi eventi piace tantissimo. Ne hanno pochi e li trattano alla grande, mica come da noi che con la nostra storia ci potremmo campare e sembra che ce ne vergogniamo. Dal 1° al 3 luglio il campo di Gettysburg torna a rivivere quella battaglia, con grande entusiasmo e passione, rispetto per i morti e divertimento per i vivi. Con orgoglio e senza polemiche.
Nel sud della Pennsylvania vestiti nelle divise blu e grigie di nordisti e sudisti circa 25 mila figuranti ricostruiscono dal vivo la battaglia. All'uopo sono state predisposte 88 tonnellate di pietre, cannoni, depositi d'armi, accampamenti militari, interi villaggi civili. Si prevede l'arrivo di 2-300 mila visitatori e 700 giornalisti per un impatto economico che si stima superiore ai 100 milioni di dollari.
Gettysburg fu l'estremo limite raggiunto dall'offensiva sudista, il punto di svolta con cui i confederati speravano di far girare loro vantaggio le sorti della guerra. E il punto massimo, estremo, di questo sforzo avvenne presso "The angle", un muro di pietra contro cui in 8 minuti di fuoco si infransero le ambizioni sudiste. Sul campo di battaglia rimasero circa 8 mila ragazzi, e molti di più furono feriti.
3 giorni di battaglia, 8 minuti di scontro cruento, 150 anni trascorsi, 100 milioni di dollari di ricavi oggi. Meditate, gente, meditate.
Osvaldo
Beh, da noi si tende a pensare alle battaglie come ad eventi dolorosi che vanno ricordati in quanto fatti storici rilevanti, ma non ricostruiti come se fossero stati un bel giochino in maschera. Siamo forse un po' meno cinici degli americani. Credo che i soldi sulla storia si potrebbero fare in altro modo, per esempio valorizzando il nostro patrimonio artistico e culturale allo sfacelo. Le rievocazioni possono esserci, ma non dovrebbero - secondo me - diventare lo spettacolo della guerra come "gioco in maschera", bensì il ricordo dei caduti e delle ragioni per cui qualcuno è morto, qualcuno ha combattuto, in nome di cosa, ecc.
RispondiEliminaovvio che si debba partire dal patrimonio impareggiabile che abbiamo! Il punto è che loro fanno di tutto e noi niente, anzi forse danni. E non si capisce perché, dato che oltre al valore della cultura in sé c'è anche un valore economico che la sola carta che ha l'Italia. Comunque le ricostruzioni in costume sono bellissime e validissime e - come insegnano gli americani - non sono alternative a una commemorazione di tipo diverso! non mi toccare i soldatini...
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