Qual è lo Stato migliore? Per Pittaco “Quello dove non sia possibile che i disonesti governino e gli onesti non governino”, per Talete “Quello che non ha né troppi poveri né troppi ricchi”, per Cleobulo “Quello dove i cittadini temono un rimprovero più delle guardie”, e per Chilone “Quello dove si ascoltano le leggi e non gli oratori”. Altri suggerimenti. Solone: “Ai cittadini non consigliare ciò che piace, ma ciò che è la cosa migliore”, “Bisogna scegliere la via di mezzo in ogni cosa”, “Felice è quella casa che non deve le sue ricchezze all’ingiustizia, che le conserva senza mala fede, e le cui spese non dan luogo a pentimenti”, “Fuggi il piacere che genera dispiacere”. E Talete: “Non abbellire la tua immagine; sia bello invece il tuo agire”, “Non esser ricco tramite l’ingiustizia”, “La pigrizia è un tormento, la non padronanza di sé è un danno, l’ignoranza è un vizio”. E Biante: “Ascolta molto. Parla al momento giusto”, “Non lodare un indegno solo per la sua ricchezza”. Pittaco: “Ciò che rimproveri agli altri, non farlo tu stesso”, “Preferisco esser approvato da un solo uomo onesto, che da molti malvagi”. Chilone: “La perdita incide meno gravemente del guadagno disonesto, perché la prima reca dolore solo una volta, il secondo sempre continuamente”.
Sono molto attuali le massime dei celebri 7 saggi greci. Con un solo problema: erano saggi ma non erano 7.
Gli elenchi di tali illustri personaggi non è che
siano poi così precisi, non è che coincidano tutti. Per cui eccoci là, in
difficoltà se cerchiamo di capire chi erano questi sette saggi, o quanti
fossero. È che sette sembra essere un numero dal richiamo così fascinoso da
essere irresistibile: sembra che spesso, in tutte le parti del mondo, si usasse
prima decidere che i soggetti della categoria in questione dovevano essere
sette, e poi si riempivano le caselle.
Torniamo ai nostri sette savi, pensatori e maestri vissuti
nel mondo greco tra VII e VI secolo a.C. No, non siamo noi a voler decidere
chi deve stare dentro e chi fuori. Ci limitiamo a prendere atto che sono gli
antichi ad averci tramandato decine di nomi per sette posti. Qualcuno doveva essere più saggio degli altri, però. Infatti quattro di loro hanno vinto l’hit parade senza mai mollare i primi posti. In tutte le liste compaiono Talete di Mileto, il primo filosofo; Solone di Atene, il legislatore; Biante di Priene, oratore e poeta; Pittaco di Mitilene, politico. Questi non mancano mai, mentre gli altri sono un po’ ballerini. Platone, il primo a enumerare nel Protagora i sette saggi, aggiunge Cleobulo di Lindo, Misone di Chene (in
seguito spesso trascurato) e Chilone spartano, sul quale però lui stesso
manifesta qualche titubanza. Prima di Platone probabilmente la lista già esisteva
come tradizione, e i nomi compaiono esaltati (ma non messi in serie) in molti
autori precedenti, come Erodoto. Secondo Diogene Laerzio la lista si era
formata quando capitò che una coppa dovesse essere consegnata al più saggio, e
si scelse Talete che ritenendosene indegno la diede a un altro della lista e
così via fino a Solone che la rimandò a Talete e poi uno di questi due concluse
dedicandola ad Apollo. È questa valenza popolare che ha permesso alla lista di
essere permeabile, come non sarebbe stata se fosse stata un’invenzione di
Platone messa per iscritto e così fissata per sempre. Il fragile Misone in
altre liste si vede rubare il posto da Periandro di Corinto, che secondo alcune
fonti sarebbe stato il vero titolare originario del posto ma che Platone
avrebbe coscientemente scartato per antipatia verso il suo governo tirannico.
Fatto sta che siamo già ad otto candidati per sette posti. L’elenco con
Periandro al posto di Misone lo troviamo definito in Demetrio di Falero ed è
quello che ebbe maggior diffusione nell’antichità, nonostante l’autorità di
Platone. Plutarco scrisse un Convito dei Sette Savi in cui lo sciita Anacarsi
prendeva il posto di Misone. Ma circolavano molte altre versioni, e ai quattro
che si contendevano tre posti, Misone, Periandro, Chilone e Cleobulo, possiamo
trovar sostituiti altri nomi di personaggi illustri e meno illustri, come, ma
non solo, Epimenide di Creta, Leofanto Gorgiade, Aristodemo di Sparta, Ferecide
di Siro, Pitagora da Samo, Anassagora, Acusilao di Argo, Laso da Ermione, Orfeo,
Epicarmo, Pisistrato il tiranno di Atene, Lino il cantore, Panfilo.
Osvaldo
Nessun commento:
Posta un commento