venerdì 12 luglio 2013

Se i bambini non vanno a scuola. Malala, all'Onu una sedicenne da Nobel

16 gli anni che festeggia oggi Malala. La ragazzina parlerà all'Onu. Perché questo privilegio? Se l'è meritato. Qualcuno voleva che a questo compleanno non ci arrivasse, e qualcuno lo vuole ancora. Qualche tempo fa le hanno sparato alla testa. Per una grave colpa: andava a scuola.

Malala Yousafzai è pakistana, e a 13 anni ha cominciato a scrivere per la BBC un blog in cui raccontava come il regime talebano della Valle dello Swat discriminasse le donne e soprattutto impedisse alle bambine di studiare. Giovanissima si è battuta per il diritto allo studio, finché il 9 ottobre 2012 proprio su un pullman scolastico due uomini armati le hanno sparato alla testa e al collo. I talebani hanno rivendicato l'attacco e minacciato di finire il lavoro. Malala è sopravvissuta, ma vive a Londra, non ha interrotto la sua battaglia e in molti (sottoscritto compreso) hanno sottoscritto la sua candidatura al Nobel per la pace. La più giovane candidata della storia, p
eraltro.
Oggi Malala sarà all'Onu dove chiederà solo una cosa: mettere i bambini in condizione di studiare, di andare a scuola, fornirli di insegnanti, libri, strutture. Perché l'istruzione è tutto, è il futuro. E oggi, secondo Save the Children, 61 milioni di bambini nel mondo ancora non possono andare a scuola, mentre 230 milioni (il 40% del totale) è iscritto ma è quasi come se non ci andasse, perché non frequentano, abbandonano o comunque non trovano una educazione adeguata. Anche questi sono numeri.
Osvaldo 

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